Ostia Lido e la sua storia

Nov12

Il 24 novembre del 1884 iniziava la bonifica delle paludi dell’agro romano

Grazie ai ravennati l’antica città di Ostia riemergeva dal fango della storia.

Il Territorio 

 

La storia della bonifica di Lido di Ostia inizia nel XIX secolo,

quando il nostro territorio era un palude malsana in preda alla malaria e anche alle scorrerie dei briganti che dominavano incontrastati e incontrastabili.

La natura selvaggia  aveva preso il sopravvento per l’avanzare degli stagni, lo stato di abbandono, il disintere

sse e la tipologia d’uso dei proprietari di allora.

 

 

Nel 1872 i duchi Grazioli Lante Della Rovere,

 vendettero il castello e il borgo medievale di Castel Porziano, attuale residenza estiva del Capo dello Stato, a Sua maestà Vittorio Emanuele II

ad esclusione della parte prossima alla costa che comprendeva anche Castel Fusano e fu acquistata dallo Stato su proposta dell’allora ministro delle Finanze,

Quintino Sella, al costo di quattro milioni e mezzo di lire dell’epoca, per essere destinata a riserva di caccia di casa Savoia.

Secondo alcuni storici sembrerebbe che proprio durante un soggiorno nella tenuta il sovrano contrasse la polmonite che lo portò alla morte avvenuta nel 1878.

 

Fino alla seconda metà dell’Ottocento tutto il territorio faceva parte di uno stagno parallelo alla costa tirrenica che si estendeva da Piombino fino a Gaeta.

 

Con l’istituzione di Roma capitale del regno d’ Italia,

divenne ben chiaro alla classe politica che si dovesse procedere alla bonifica delle terre costiere sopratutto intorno alla città eterna.

Fu così che si misero in atto nuovi piani di intervento di cui fu lo stesso re a occuparsi in primis pochi anni prima prima di morire nella convinzione che

un ambiente malsano e pericoloso avrebbe rallentato lo sviluppo economico della città.

Data la rilevanza del fenomeno in tutta la gran parte del regno e delle coste tirreniche furono realizzate dalla Toscana in giù diverse opere di bonifica.

 

 

Nell’agro romano

dopo una ponderata e seria valutazione tecnico scientifica delle diverse possibilità d’intervento si decise la realizzazione di una serie di canali

che avrebbero consentito il deflusso delle acque stagnanti con cui le paludi furono ridotte a partire dal 1884.

Quando i braccianti ravennati

che avevano vinto il bando pubblico per l’aggiudicazione dell’appalto iniziarono a insediarsi a Ostia Antica nei pressi dell’attuale borgo medievale allora di proprietà del regno d’Italia.

Coloro che arrivarono nella palude erano braccianti senza terra con le loro famiglie rimasti senza lavoro a causa della crisi delle risaie che in qui tempi si era abbattuta nel ravennate.

 

Le opere di bonifica

Durante quel periodo di tensioni sociali e povertà estreme l’avvio della bonifica assunse i toni di un’operazione straordinaria che diede i frutti sperati.

Dopo un solo anno dall’avvio, tra il 24 e il 26 novembre 1884, nell’agosto dell’anno successivo gli iscritti alla cooperativa dagli iniziali 303 aumentarono a 2553.

Tuttavia per le difficoltà riscontrate e i decessi dovuti alla malaria i lavori previsti in principio per la durata di quattro anni si protrassero a sette.

 

La Storia di Lido di Ostia risiede anche nei nomi delle sue strade.

Il ricordo e la memoria storica di quell’impresa resta vivo nel territorio anche grazie alla toponomastica: viale dei Romagnoli, piazza dei Ravennati,

e nei monumenti e le lapidi dedicate ai padri fondatori come Armando Armuzzi, presidente della cooperativa, Federico Bazzini,

Andrea Costa e Nullo Baldini, gli “Apostoli del Socialismo”, e rimane vivo nei ravennati e negli abitanti di Ostia e Ostia Antica,

i pronipoti, nipoti, figli e discendenti di quei prodi romagnoli di cui ancora nelle famiglie si parla il dialetto.

 

Stefano Lesti

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La bonifica delle paludi dell’agro romano

Set11

 

Il Borghetto dei Pescatori di Ostia

appare, a chi vi arriva per la prima volta, come un piccolo luogo in cui il tempo si è fermato ad un centinaio di anni fa,

quando gli uomini lavoravano duramente sul mare e sulle loro piccole barche sfidavano i marosi per portare a casa il cibo per la famiglia, sottraendolo alle onde burrascose.

 

Nei dintorni del BeB barocchetto Romano ci sono molti luoghi incredibili da scoprire,

e uno di questi è Il Borghetto dei Pescatori di Ostia.

                                                                                                                                                                                    Borghetto dei Pescatori Ostia

La Storia

Ed in effetti la storia di questo luogo è molto antica.

Come quasi tutto ciò che ha a che fare con Roma, inizia nei secoli dell’Impero Romano, e costituisce il nucleo storico di Ostia, il lido di Roma.

Era il 356 a.C quando fu costruito il Canale dei Pescatori per raccogliere le acque stagnanti di Ostia Antica.

La zona venne bonificata e le malattie, come la malaria, scomparvero.

Ma sarebbe dovuto passare ancora molto tempo prima che questa zona venisse abitata, poiché spesso la sabbia invadeva il canale.

 

Sul finire dell’Ottocento, e più esattamente nel 1880, i primi pescatori iniziarono ad insediarsi in questo tratto di costa laziale.

Venivano da Anzio e da Procida; avevano mani ruvide per il lavoro in barca, e volti segnati dalla salsedine.

L’ Associazione dei Pescatori Napoletani dono loro una statua che raffigurava San Nicola, protettore di chi va per mare;

attorno alla quale fu costruita una piccola, deliziosa chiesa, che ancora oggi si specchia nel canale.

Le condizioni di vita di quegli uomini erano dure, e l’ambiente circostante era ancora malsano.

Le sorti del Borghetto dei Pescatori di Ostia cambiarono nel primo trentennio del Novecento, quando di qui passò Benito Mussolini insieme alla scrittrice Margherita Sarfatti.

Una squadra di 360 operai lavorò per 24 ore, giorno e notte, grazie all’illuminazione delle lampare, per 52 giorni di fila.

Alla fine le case erano erette, il Borgo era nato così come lo si può ammirare ancora oggi. Era il 1933.

 

 

 

Statua di San Nicola Borghetto dei Pescatori Ostia

Quasi un secolo è passato,

ma camminando per i piccoli vicoli, sul canale dove le imbarcazioni della piccola pesca si riflettono nell’acqua oggi come allora, non sembra cambiato assolutamente niente.

Il turista si sente immerso in un’atmosfera cordiale e confortevole, quella di altri tempi, quando le porte di ogni casa restavano aperte per accogliere i viandanti.

Il duro passato di fatica e lavoro che hanno vissuto i padri di coloro che vivono oggi al Borghetto si può leggere ancora sui loro volti, come se fosse entrato a far parte del loro codice genetico.

Dall’altra parte, però, c’è anche la schietta semplicità di uomini e donne abituati a condividere quel poco che hanno con tutta la comunità.

 

Al Borghetto dei Pescatori

si capisce

quanto sia vero per i marinai l’ideale dell’ostrica di verghiana memoria:

le famiglie che crescono sul mare restano unite, attaccate tra di loro come le dita di una mano, ma anche al luogo in cui sono cresciute e hanno prosperato.

Così, arrivando in questa piccola piazza che si affaccia sulla riva, ci si sente parte di questa profonda identità, che è poi parte dell’identità collettiva d’Italia.

Il visitatore può sperimentare l’accoglienza dei pescatori specie in un’occasione, ovvero durante la sagra della tellina, che tradizionalmente si svolge tra fine agosto ed inizio settembre.

Non si tratta di una sagra come tante, ma di un momento di condivisione in cui non si possono assaggiare dei buoni piatti realizzati con i frutti del mare, ma durante il quale,

soprattutto, si può assaporare la sensazione di calore e riconoscenza che deriva dal sentirsi accolti in una comunità gioiosa, rude ma capace anche di ridere e sorridere.

 

Il Borghetto dei Pescatori fa parte del Municipio X di Roma,

e a poca distanza si trovano la pineta di Castel Fusano e il Borgo di Ostia Antica.

Da qui si può partire per visitare Roma stessa, con il suo indescrivibile patrimonio architettonico, artistico, culturale.

Il Borghetto dei Pescatori invece non serba grandi reperti, ma qualcosa di assai più importante.

Conserva la memoria storica dell’Italia, che è cresciuta ed è diventata grande con il lavoro della terra e il lavoro del mare.

In questo luogo si esprime fino in fondo il senso della civiltà marinara, e se ne può comprendere ancora oggi l’intrinseca grandezza.

 

 

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Scavi di Ostia Antica